Ilaria Vacca ha pubblicato non molto tempo fa un resoconto con tanto di dati basati su questionari somministrati a più di 200 persone affette da emofilia, riguardo l’impatto che la pandemia ha avuto con il proprio sport. Qui di seguito vi riporto il link, che vi invito ad andare a visitare (clicca qui per il post di Ilaria).
Siete andati a dare un’occhiata? benissimo, ora continuiamo il discorso qui. Fare sport è fondamentale per ognuno di noi, qualunque esso sia, basta che ci si tenga attivi; per molteplici ragioni bisogna farlo, prima fra tutte sentirsi bene con se stessi e avere un luogo o comunque un qualcosa che ci tenga fuori dalla nostra routine fatta di studio/lavoro e riposo. Allenarci ci tiene vivi, in salute e in pace con noi stessi. Comprendiamo tutti noi benissimo cosa significhi non aver passato il periodo della quarantena in maniera non ottimale, soprattutto chi di noi ha riscontrato dei grossi problemi a riprendere il rapporto con la normalità di una vita senza restrizioni, questo però non significa che tutto è da lasciare indietro fino a quando non si riprende il contatto con la realtà, anzi, chi è uscito devastato dalla pandemia, ed ha abbandonato il proprio sport per vari disagi, deve assolutamente il prima possibile riprendere con esso, perché non servirà soltanto a riprendere in mano la propria vita distraendosi, ma anche a riprendere contatto con la propria normalità. Inoltre non è da dimenticare che chi è nato anni prima di noi, ovvero generazioni che hanno dovuto fare i conti con gli emoderivati e con tute le problematiche da essi derivate, con la nostra patologia poteva solo sognare di fare tutto quello che possiamo fare noi adesso, quindi non mandiamo tutto all’aria compresa la nostra di vita, e rimettiamoci in gioco per noi stessi e per chi prima di noi non l’ha potuto fare!