I fiori non hanno smesso di fiorire né di emanare profumo.
Il mondo non si è fermato ma gli umani sono in attesa di rientrare in circolo.
È dura aspettare il proprio turno.
La fase 2 è complicata, gestire emozioni contrastanti è difficile: desideriamo libertà, relazioni sociali, contatto, spensieratezza mentre invece siamo tormentati da paure e diffidenza.
Ma rispettare le regole aiuta tutti a stare sereni, adottare le giuste precauzioni ad esempio: indossare la mascherina è un gesto d'amore, un atto di responsabilità, non è un comportamento ipocondriaco o paranoico. Una condizione che ci accomuna è la “sindrome del guardiano del faro”, quel personaggio un po' romanzato, che vive per mesi isolato dal mondo, non più abituato a relazioni sociali e capace di controllare tutto dal suo punto di osservazione. “Siamo tutti guardiani del faro che – come spiega David Lazzari, presidente nazionale dell'Ordine degli psicologi - una volta usciti dall'isolamento sono combattuti tra il desiderio di libertà e di ritrovare i propri contatti e la paura del 'fuori', un 'fuori' diverso perché minacciato da un virus". La fase di permanenza in casa è stata vissuta dalla maggior parte di noi come una prigionia anziché come una protezione. Nonostante ciò siamo riusciti ad adattarci grazie alla capacità tipica dell’essere umano di adeguarsi a situazioni che si discostano dalla quotidianità. Adesso riuscire può far paura, creare ansia e angoscia rispetto al messaggio che ci viene dato, cioè che fuori c'è un virus. E quello che prima era il quotidiano oggi ci appare estraneo e minaccioso, dunque ci sentiamo più fragili e diffidenti verso gli altri che rappresentano comunque una potenziale minaccia di contagio. Da qui la “sindrome del guardiano del faro”. Come superarla? "Quello che può proteggerci - afferma lo psicologo - è trovare dentro di noi un senso di equilibrio. Dobbiamo sviluppare una capacità di controllo nelle diverse situazioni in maniera nuova, in quanto ci viene chiesto di comportarci e relazionarci con un atteggiamento nuovo, diverso dal passato. Perché - argomenta l'esperto - non si è chiusa una parentesi e si torna al 'tutto come prima', se così fosse sarebbe tutto molto più facile. Questa situazione diversa ci fa paura e ci chiede di riorganizzarci mentalmente”.